When the study is never enough

David&Emma

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    "No, ti prego, un altro paio di minuti..." Borbottai in quel preciso momento mentre cercai ancora, disperatamente, di sonnecchiare un po' di più rispetto al normale. Questo perchè, invece, mi sarei dovuto alzare, mi sarei dovuto fare una doccia, preparare, fare colazione, uscire, andare all'università per sostenere un'esame e invece? Ancora dormivo beatamente tra le lenzuola. Fortuna che fù fissato, una settimana fa, verso le dieci di mattina. Quindi a rigor di logica potevo avere tutto il tempo del mondo – per così dire. Solo... che dovevo anche ripassare perchè non ero certamente convinto di sapere tutto di tutto, seppur non mi sia mai potuto lamentare nel corso degli anni per gli ottimi voti a cui andavo sempre incontro, a discapito degli altri che sembravano non voler affatto studiare, nè passare l'anno ma quindi, voler rimanere ignoranti a vita e non trovare lavoro. Io ho già un lavoro, mediocre. Quando finirò qua conto di averne un altro ancora più redditizio e chi lo sa, magari potrei essere notato per la prima volta da tutto il mondo, specialmente dal sesso femminile. Si, in effetti non lo do a vedere molto questa cosa – o meglio, lo do sempre a vedere, sono io che cerco di auto-convincermi del contrario – ma sono ossessionato dal parere altrui.. però solo quello femminile. Di quello maschile non me ne può importare di meno, d'altronde sono etero. Fossi stato Omosessuale sarebbe stato un altro discorso, ma invece. Comunque sia, non sarei andato di certo da nessuna parte se fossi rimasto a poltrire ancora per un po' sul letto. Intervenne in mio aiuto il gatto, quello domestico però, non uno dei tanti randagi che si divertono ad entrare dentro casa per mangiarsi il pesce, anzi, i pesci che ho nell'acquario – o che invece altre volte miagolano e grattano perchè vogliono entrare. Hanno preso il mio appartamento per un hotel, roba da pazzi. La sveglia continua a suonare, nessuno la ferma, nè io, nè il gatto stesso che con tanta voglia, decide di iniziare a graffiarmi lievemente la faccia. Ma giusto perchè vuole che sia io quello che zittisca la sveglia. Perchè lui vuole dormire, ovvio. Io invece sono il fesso della situazione che non può perchè non può. Grandioso. Sbadiglio per un attimo e mi alzo, guardandomi allo specchio: capelli sempre per aria, mai per un verso, o per l'altro, o se vogliamo dirla tutta mai come dio comanda; sguardo da zombie che avrebbe indotto timore anche al più coraggioso delle persone... e probabilmente un alito che avrebbe steso tutti i piccioni del circondario se solo mi fossi messo ad alitare a destra e a manca. Facevo schifo, letteralmente. Era ora di darsi da fare. Così tra uno sbadiglio e l'altro opto per una doccia, certamente, per una lieve sistematina ai capelli come solo io so fare, dopo averla finita, e una sana colazione: latte e cereali. Niente di più, niente di meno. Una lavata ai denti, vestiti e via. Per poco, poi, uscivo dall'appartamento nudo come un macaco... il che vi lascia immaginare quanto Non sia una bella vista per le altre persone – neanche a dire che avessi un po' di fisico, potrei farlo pure, ma sono snello come uno stuzzicadenti tra un po'! Lasciando perdere i paragoni, esco dall'appartamento dopo aver preso anche la borsa con tutto il necessario, la chiave per sbloccare la bicicletta dal lucchetto grosso quanto una casa, messo tra la ruota davanti e... e.... non lo so. Non ricordo neanche come si chiama quel coso grosso che sta impiantato nel terreno! In più fa caldo e già sto sudando le fatidiche sette camicie, quando in realtà ho una maglietta a maniche corte, leggera, ma era tanto per rendervi partecipi della mia situazione attuale. Dunque salgo in sella e comincio a pedalare a più non posso verso la destinazione, verso l'università: giusto per arrivare in anticipo e ripassare, al di fuori di essa. Penso di sapere qualcosa, ma rileggere non fa mai male: probabilmente qualche argomento non l'ho capito e una terza rilettura, invece, mi fa capire che non era così tanto difficile da ricordare. E' sempre così. Penso di avere seri problemi al riguardo, ma fa niente! Così, in poco tempo riesco ad arrivare all'università, al parcheggio di essa, specialmente quello adatto alle biciclette munite al meglio di tutti i possibili metodi di sicurezza per non fartela rubare sotto al naso... che poi: chi è che ruba le biciclette? Non sarebbero meglio le auto? Si fa di tutto pur di guadagnarsi qualcosa disonestamente. Che schifo.

    ©Code by Juls© in esclusiva per R-Evolution Gdr.
     
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